Autore: alkemist

Come avete capito in questo sito si parla di preparazione (per gli anglosassoni PREPPING).
I prepper, secondo il nostro punto di vista, sono sempre esistiti, al contrario di coloro che credono che sia una moda new age.
Pensate ai granai, alle scorte per gli assedi, alle cantine, alle conserve, ai carri che seguivano gli eserciti, ecc…
Volete un esempio più alla vostra portata? I vostri nonni, la nonna che prepara le conserve di frutta e verdura, il nonno che spacca la legna in estate per averla pronta per l’inverno.
Un prepper non è altro che un individuo che sa che nulla è sicuro, pertanto prevedendo la variabilità degli elementi climatici, sociali e temporali, cerca di essere indipendente e autosufficiente.
Ciò non significa vivere al di fuori dal mondo, anzi, significa esserne parte senza divenire un problema.
Infatti ogni prepper preparato può essere una persona autosufficiente e non dover essere un numero che aggrava sulla macchina dei soccorsi in caso di calamità, anzi può perfino aiutare il prossimo mettendo a disposizione le proprie capacità acquisite con eventuali corsi ed esperienze formative.
Il prepper che si prepara con la sua famiglia o col suo gruppo di amici o parenti a un possibile Evento, non è altro che una persona che si fa una sorta di assicurazione, poiché tutti noi assicuriamo un sacco di cose, veicoli, case, beni personali, perfino parti del corpo.
Perché lo fanno? Perché sono consapevoli che in genere va tutto bene, ma se un giorno non fosse così, questa assicurazione può diminuire i danni. Chi non si assicura deve pagare di tasca propria e senza preavviso.

Quindi concludo dicendo che vediamo prepper in ogni persona che incontriamo, chi ha la ruota di scorta perché non si sa mai, chi assicura i suoi beni perché non si sa mai, chi mette il casco in moto perché non si mai, la nonna che cucina per dieci quando siete in tre perché non si sa mai è così via.

Questi fantomatici e misteriosi prepper sono coloro che hanno abbracciato la filosofia della formica che fa le scorte per l’inverno, poiché tutti conosciamo poi la fine della cicala a cui tanto piaceva cantare.