Baule delle Emergenze
Gli anni 2000 sono stati anni importanti dal punto di vista della gestione delle emergenze.
Lo tsunami in Indonesia del 2004, l’uragano Katrina a New Orleans, terremoto ad Amatrice nel 2016 sono stati tra i più catastrofici eventi naturali che hanno evidenziato la criticità della macchina dei soccorsi e di come una scarsa preparazione a tali emergenze possa causare moltissime vittime e moltissimi danni.
Proprio a seguito del terremoto del 2004, il designer Austro-Americano Toby McInnes, disegna un sistema di emergenza denominato BEDU che consiste in un bidone di circa 200 litri contenente un kit di oggetti utili ad allestire un campo di emergenza con le tutte le esigenze primarie.
La sua finalità sarebbe quella che ogni famiglia dovrebbe possedere (in base al numero di persone di cui è composta) questo dispositivo in modo da essere autonoma fino all’arrivo dei soccorsi.
Ma il discorso potrebbe essere anche più ampio, ad esempio se le varie associazioni di volontariato si dotassero di un congruo numero di questi dispositivi in modo da poterli distribuire alla popolazione interessata dall’emergenza nelle immediate ore successive.
Purtroppo tale idea, ad oggi, ancora non ha visto una vera realizzazione, i motivi non sono noti ma è possibile immaginarli.
L’idea
Questo progetto però potrebbe stuzzicare l’ingegno dei prepper più arguti.
Nel complesso il sistema BEDU può sintetizzarsi in 9 macro aree:
- Riparo
- Cibo/Preparazione
- Acqua
- Igiene/Salute
- Illuminazione
- Comunicazioni
- Energia
- Attrezzi
- Riparazioni
Delineate le macro aree risulta, abbastanza semplice definire la tipologia di oggetti da inserire all’interno del “bidone” delle emergenze, in aggiunta magari un prontuario su come montare e utilizzare i dispositivi contenuti nell’unità di emergenza.
Analisi del Contenuto
Elencate le categorie, ora si passa alla loro disamina. Il contenuto si intende per 2 persone:
- Riparo
- 1 Tenda per almeno 2 persone
- 2 Sacchi a pelo 3 stagioni
- 2 Coperte di emergenza riutilizzabili
- 2 Sgabelli
- 1 Tavolino pieghevole
- 1 Materasso gonfiabile matrimoniale
- 2 Poncho
- 1 Tarp
- 1 Ombrello
- Cibo/Preparazione
- 1 Kit di pentole da campeggio per 2 persone
- 1 Fornello da campeggi con relativi combustibili
- Razioni di emergenza
- Acqua
- 2 Borracce filtranti
- 1 Sacca da 20 Litri
- Compresse di amuchina per potabilizzare
- Igiene/Salute
- 1 Kit medico
- Doccia solare da 20 L
- Illuminazione
- 2 Torce frontali ricaricabili
- 1 Torcia a dinamo
- Comunicazioni
- 2 Fischietti di emergenza
- 1 Radio ricaricabile a dinamo
- 2 Ricetrasmittenti PMR
- Energia
- 1 Pannello fotovoltaico da almeno 60 watt
- 1 Energy Box
- Attrezzi
- 1 Multi-tool
- Guanti da lavoro
- Coltello da campo
- Sega pieghevole
- Riparazioni
- 10 Metri di cordame (almeno)
- Accendino
- Fascette da elettricista
- Spille da balia
- Nastro americano
- Nastro isolante
- Colla cianacrilica
- 1 Rocchetto di filo metallico
- 1 Rotolo di sacchi per l’immondizia
Per quest’ultimo punto è bene dare un’occhiata all’articolo sul kit di riparazioni.
Tutto questo materiale necessita di un contenitore adeguato, magari a tenuta stagna e resistente agli urti.
L’ideale sarebbero dei bidoni per liquidi come quelli in foto (foto1) oppure dei bauli per attrezzi (foto 2). Inserendo al loro interno anche delle bustine di silica-gel (foto 3) si preserva il materiale dall’umidità e di conseguenza dalla formazione di muffe.
Allestire un contenitore del genere rende il trasporto e l’allestimento del materiale più agevole, qual ora si dispone anche di un mezzo di trasporto efficiente.
La conservazione di questo kit è consigliata al di fuori delle mura domestiche, magari all’interno di un capanno di legno in giardino o in un garage, ma è da considerare anche la possibilità di nasconderlo in un luogo a parte magari nel garage di parenti o amici che accettano di potervelo conservare o in una eventuale BOL.
Un allestimento del genere potrebbe fare la differenza in una situazione critica, riuscire a provvedere a se stessi se si sopravvive ad una catastrofe aumenta in maniera considerevole le probabilità di essere soccorsi.
Per tanto essere parte attiva e consapevole dei soccorsi, magari facendo anche corsi di formazione, può ridurre il rischio per se e per gli altri.
Considerazioni Finali
Anche questo kit, come tutti gli altri trattati, è molto soggettivo.
La tipologia di oggetti inseriti si rifà molto al sopracitato BEDU ed è per lo più una linea guida per chiunque voglia cimentarsi nell’allestimento di un kit simile.
E’ evidente che il costo per la sua realizzazione non è propriamente basso, anche perché chi più spende meno spende, è inutile dotarsi di prodotti di bassa qualità se nel momento del bisogno sono malmessi o danneggiati.
Un buon compromesso è recarsi nella nota catena internazionale Decathlon, la quale ha un ottimo rapporto qualità prezzo e dispone anche di un’ampia scelta di materiali per tutte le tasche.
Questo articolo è stato scritto anche come monito per le istituzioni, auspicandosi che la cultura della prevenzione possa entrare a far parte dell’educazione civica e che, magari, possano essere stanziati fondi per “BONUS” per l’allestimento di questi utilissimi sistemi in modo da non gravare troppo sulle già esauste tasche della popolazione.